Approfondimento Teorico

La scuola si fonda su principi umanistici, intersoggettivi, relazionali/generazionali, così come sui risultati della ricerca scientifica in merito ai fattori comuni e specifici di efficacia psicoterapeutica.

Il principio umanistico emerge dall’attenzione nei confronti del “sistema cliente” (individui, coppie, famiglie e gruppi) e dei problemi vitali di cui esso è portatore. Tale principio è inoltre rilevabile nella gestione di un setting d’intervento che sostiene la responsabilità tanto del cliente quanto del terapeuta.
Il principio intersoggettivo considera i fenomeni osservabili in seduta come prodotto dell’influenza reciproca tra terapeuta e cliente, così come tra i partner e i membri famigliari e i membri del gruppo.
Il principio relazionale considera i legami (intrapersonali, interpersonali, generazionali) come fonte di salute e malattia e oggetto peculiare d’intervento terapeutico.
L’approccio integrato fa infine affidamento sui risultati della ricerca circa l’efficacia dell’intervento terapeutico condotto sia con metodologie empiriche quantitative, sia con metodologie cliniche qualitative.
A livello della pratica psicoterapeutica la Scuola integra tra loro il modello di Assessment Terapeutico (d’ora in avanti AT) e Relazionale Simbolico (d’ora in avanti RS), entrambi focalizzati sui principi sopra esposti. L’integrazione tra i due modelli proviene dall’incontro scientifico pluriennale tra Stephen E. Finn (Presidente del Therapeutic Assessment Institute, Austin, Texas) e Vittorio Cigoli (Professore Emerito di Psicologia Clinica).

L’AT trova il suo fondamento teorico nei contributi della fenomenologia (Husserl, 1962; Fischer, 2000) e della psicoanalisi intersoggettiva (Stolorow, Brandschaft, & Atwood, 1987; Bormberg, 2012). L’AT utilizza i test psicologici in un percorso terapeutico in cui i clienti sono coinvolti come co- investigatori e co-partecipanti e il terapeuta mira a supportarli e a verificare l’efficacia dell’intervento. Fischer (2003) sottolinea come i punteggi dei test debbano diventare rilevanti per la vita dei clienti facendo luce sulle loro attuali preoccupazioni, paure, debolezze, così come sulle loro risorse.Nel caso di clienti adulti, l’AT assume una valenza terapeutica in quanto sostiene un diverso modo di vedere se stessi, gli altri e le proprie relazioni, mira all’integrazione di emozioni dissociate e alla riscrittura della narrazione di sé in senso più armonico, coerente e accurato (Finn, 2012). Nel caso di famiglie con bambini e adolescenti, l’assessment consente di de-triangolare il figlio dalle dinamiche patogenetiche generazionali, di riscrivere una storia famigliare più accurata, di ristabilire le appropriate gerarchie strutturali nella famiglia e di comprendere in modo più accurato i bisogni di ciascun membro famigliare da parte degli altri (Fantini, Aschieri, & Bertrando, 2013). Nel caso dell’incontro con coppie, l’AT consente di interrompere i circuiti di identificazione proiettiva tra i partner, di riconoscere e attivare i confini della coppia e sostenere la responsabilità dei partner in merito al legame (Durham-Fowler, 2010). Nel caso dell’incontro con i gruppi, l’AT tiene conto delle tecniche proprie della “System Centered Therapy” (Agazarian, 1997; O’Neill, Costantino, & Mogle, 2012).

Da parte sua il Modello RS trova il suo fondamento nell’orientamento generazionale sia di carattere sistemico (Boszormeny-Nagi,1973; Framo, 1992) sia di carattere psicodinamico (Ackerman, 1958; Racamier, 1992). Tale modello proviene dalla lunga e proficua ricerca in tema di legami generazionali, interpersonali e intrapersonali (Cigoli, 1977, 1983, 1997, 2006, 2012; Cigoli & Scabini, 2006; Scabini & Cigoli, 2000, 2012).
Nel caso dell’incontro con singole persone l’intervento si avvale della ricostruzione della storia generazionale del cliente, della valutazione di personalità con particolare riferimento al modello relazionale e della messa a fuoco di problemi da affrontare terapeuticamente. Nel caso dell’incontro con coppie, considera il rapporto tra “intreccio segreto e promessa” (Cigoli, 2003; Cigoli, Margola, Gennari, & Snyder, 2014; Cigoli & Tamanza, 2009), prendendo in analisi la storia del legame e le risorse utili ad affrontare i problemi. Nel caso dell’incontro con famiglie considera il rapporto tra nuclei traumatici e risorse presenti nella storia generazionale rilanciando i legami tra stirpi e generazioni (Cigoli, 2006, 2012). Nel caso del lavoro con gruppi di bambini, adolescenti e adulti utilizza tecniche e strumenti finalizzati a considerare la qualità dello scambio gruppale e a sostenere i cambiamenti di gruppo, con particolare riferimento alle situazioni di separazione/divorzio e di malattia grave di un partner.

Infine i modelli proposti mirano all’integrazione dei risultati della ricerca empirica (disegni sperimentali e quasi sperimentali, studi randomizzati, studi su singoli casi a misure ripetute, meta-analisi) con la ricerca di tipo qualitativo (analisi categoriali, costruzione di griglie di analisi osservativa, analisi di testi con l’uso di software specifici) in ambito di intervento clinico.

In sintesi, il carattere integrativo della Scuola sia a livello dei principi guida, sia a livello delle metodologie d’intervento, permette di sostenere con efficacia la pratica psicoterapeutica con individui, coppie, famiglie e gruppi nei vari contesti.

Coerentemente con i principi sopra esposti, il modello formativo della Scuola prevede una solida formazione degli specializzandi:

  1. nelle procedure di conoscenza in campo clinico utilizzando test e tecniche di indagine psicologica. Tra essi i test standardizzati di Rorschach (Rorschach, 1921), Minnesota Multiphasic Personality Inventory-2 Restructured Form (Ben-Porath & Tellegen, 2008), e tecniche strutturate quali l’Early Memories Procedure (Bruhn, 1992), il Thematic Apperception Test (Murray, 1971), l’Intervista Clinica Generazionale (Cigoli & Tamanza, 2009), il disegno dell’Animale di Fantasia (2007), il Disegno Congiunto della famiglia (Gennari & Tamanza, 2012), e il Family Life Space (Mostwin, 1982).
  2. nelle tecniche psicoterapeutiche risultate efficaci, rivolte a individui, coppie, famiglie e gruppi con particolare attenzione alle dimensioni emotivo-affettive ed esperienziali (regolazione emozionale, ascolto attivo, rispecchiamento accurato, “scaffolding”, portrayals, giochi di ruolo, “compiti a casa”, scrittura espressiva, tecniche psicodrammatiche e di espressione corporea).
  3. nei principi di gestione del setting che consentano di applicare e modulare l’utilizzo delle conoscenze apprese in relazione alle caratteristiche del contesto clinico di intervento. La gestione riguarda il contratto terapeutico e la qualità dell’alleanza, la verifica sistematica dell’intervento e dei suoi punti di crisi, la possibilità di modificare il setting e di coniugare tra loro interventi individuali con interventi famigliari e/o di gruppo, il follow-up a distanza di tempo.

Evidenze scientifiche

Esistono due filoni di ricerca principali sull’AT: 1) le ricerche riguardanti il suo effetto come intervento terapeutico; 2) le ricerche sull’AT come preliminare alla psicoterapia successiva così come al lavoro di consulenza nei casi di blocco o crisi del percorso terapeutico stesso.

L’AT come psicoterapia focalizzata è stato valutato empiricamente con studi clinici randomizzati su adulti, famiglie con bambini, adolescenti e pazienti psichiatrici (Finn & Tonsager, 1992; Newman & Greenway, 1997; Little & Smith, 2008; Morey, Lowmaster & Hopwood, 2010). Casi singoli sperimentali e quasi sperimentali a misure ripetute hanno analizzato l’effetto con adulti e famiglie con bambini con problemi di trauma emotivo, disturbo post traumatico complesso e attaccamento disorganizzato, disturbo oppositivo provocatorio (Aschieri & Smith, 2012; Tarocchi, Aschieri, Fantini, & Smith, 2013; Smith & George, 2012). Poston e Hanson (2010) hanno combinato i risultati di 17 studi e 1496 soggetti adulti ed adolescenti in cui veniva fornito un feedback individualizzato dei risultati dei test mostrando l’efficacia a livello di riduzione sintomatologia del feedback individualizzato con pazienti adulti. Gli effetti del modello di famiglie con bambini sono stati dimostrati da Tharinger e colleghi (2009), Smith, Handler e Nash (2010) e Tharinger e Pilgrim (2012).

L’AT come intervento preliminare o di consultazione ai terapeuti nei casi di “blocco” è stato analizzato da Akerman, Hilsenroth, Baity and Blagys (2000), da Hilsenroth, Peter & Akerman, (2004) e Smith, Eichler, Norman e Smith (in press). L’effetto sulla aderenza alle indicazioni terapeutiche è stata analizzata da Ougrin, Ng e Low (2008).

Il modello RS da parte sua ha utilizzato e utilizza in particolare studi di carattere qualitativo per analizzare i processi e le dinamiche relazionali nei casi di malattia grave e dei passaggi generazionali (Cigoli, 1992, 2006), di divorzio (Cigoli, 1988, 1997, 2006), di adozione (Cigoli & Scabini, 2014), di famiglie ricostituite (Browning, Accordini, Gennari, & Cigoli, 2010) e di famiglie migranti (Gennari, Aschieri. & Di Nuovo, 2011). Il Modello RS ha inoltre messo a punto procedure specifiche per le consulenze tecniche e di mediazione (Cigoli, 1988; Emery, Margola, Gennari, Cigoli, 2010; Gennari, Mombelli, Pappalardo, Tamanza, & Tonellato, 2014) e per il lavoro con i gruppi specie in ambito sanitario (Scott, Costa, & Margola, 2010) .

Il modello prevede poi l’uso di strumenti specifici di assessment clinico quali il “disegno congiunto della famiglia”, il “family life space” e “l’intervista clinica generazionale” (Cigoli et al. 2018)